La rubrica di BPER Banca dedicata alle fiabe per bambini.

 

Ci sono favole che, anche se nessuno ci ha mai raccontato, conosciamo molto bene non solo perché parte della tradizione, ma anche perché la morale di cui si fanno portavoci è diventata nel tempo un esempio di comportamento virtuoso. 

Tra queste, certamente la più nota è “La cicala e la formica”: esempio indiscusso di come un comportamento retto e operoso sia da considerarsi vincente rispetto ad all’atteggiamento di chi procrastina fino a non adempiere mai ai propri doveri.

Per i pochi(ssimi) che non la conoscessero la storia racconta di un operosa formica, intenta a lavorare notte e giorno per raccogliere il cibo che le servirà durante il lungo inverno, e della scanzonata cicala che al lavoro preferisce cantare e oziare. Giunto l’inverno, la formica, al calduccio nella sua tana, può godere dei frutti del sudato lavoro, mentre la cicala al freddo e con la pancia vuota, piange per non essere stata previdente, andando incontro a una sorte poco piacevole.

Per i più piccoli si tratta di una favola semplice per introdurre alcuni concetti più complessi come risparmio, previdenza, pianificazione e guadagno legato al lavoro. Ma non solo.

Indubbiamente la formica dimostra di essere più previdente della cicala, sa che bisogna prepararsi in anticipo ad affrontare gli eventi del futuro. Questo accade anche a noi nella gestione del denaro: può succedere che si rompa qualcosa inaspettatamente, la bicicletta per esempio, o che a un certo punto della nostra vita non possiamo più lavorare e in entrambi i casi, fare affidamento sui soldi risparmiati è importante. 

Ma, si chiedono i bambini, come si fa a risparmiare denaro? Innanzitutto guadagnandolo! Il lavoro, onesto e operoso, va raccontato come qualcosa di prezioso, che ci aiuta a realizzarci come persone e a farci carico dei nostri bisogni. Il proverbio dice: “prima il dovere, poi il piacere”. Certamente è importante spiegare ai bambini che, prima di concedersi il divertimento, è bene concentrarsi sui piccoli doveri quotidiani, come rimettere a posto i giochi o fare i compiti. Ad ogni modo, sarebbe importante insegnare loro che anche il lavoro può essere un piacere, se mettiamo un po’ di noi stessi nelle cose che facciamo!

A questo punto si potrebbe obiettare che la cicala, nel suo cantare, stava esprimendo proprio una sua qualità, al pari di un poeta o un filosofo che materialmente non producono nulla ma, grazie al loro pensiero, ci aiutano a comprendere meglio la vita e il mondo che ci circonda…E allora, chi delle due ha ragione?

Forse la verità sta nel mezzo: se la cicala e la formica fossero state capaci di collaborare a tempo debito, molto probabilmente ne avrebbero beneficiato entrambe: la formica avrebbe faticato meno e avrebbe lavorato in compagnia; la cicala avrebbe preso esempio dalla brava formica e si sarebbe preparata all’inverno. Così le due avrebbero potuto condividere,

oltre alla fatica, anche il piacere del tempo passato insieme, magari allietato

dal canto della cicala. 

In definitiva, forse, nè l’operosa formica, nè l’oziosa cicala, sono completamente dalla parte del giusto o del torto: la chiave di tutto come spesso accade, è nella collaborazione!