Digitalizzazione: una delle grandi sfide del nostro tempo.

La digitalizzazione è una delle grandi sfide del nostro tempo. Insieme alla transizione ecologica, di cui in realtà è parte integrante, è il principale obiettivo del Next Generation EU, il grande piano che la Commissione europea ha concepito dopo la pandemia da Covid-19. In Italia il Next Generation EU si è sostanziato nel PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per la sua missione 1, quella dedicata alla digitalizzazione, sono stati stanziati ben 49,86 miliardi di euro.

Un tesoretto senza precedenti e da non sprecare, anche perché l’Italia è piuttosto indietro nell’ambito. Il nostro è l’ultimo dei grandi Paesi Ue nell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società stilato ogni anno dalla Commissione europea: per quanto riguarda il grado di competenze del suo capitale umano siamo addirittura 25esimi su 27. Solo il 23% degli italiani ha competenze digitali superiori a quelle di base e l’1,4% è laureato in una materia legata al settore Tic, quello delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione. In Europa è il 3,9%: quasi il triplo.

 

Il piano di digitalizzazione previsto dal PNRR riguarda sia le imprese sia le pubbliche amministrazioni. Per entrambi la mole di risorse stanziata è la maggiore di tutti i Paesi europei. Per quanto riguarda i privati, la maggior parte dei 30 miliardi stanziati sono dedicati agli incentivi di Transizione 4.0 e alle reti ultraveloci, come banda larga e 5G. Lo scopo è spingere le imprese, in particolare quelle medie e piccole, a investire in infrastrutture immateriali, in strumenti digitali e nella razionalizzazione dei processi. Il tutto sarà aiutato da una connettività molto più veloce di quella attuale che consentirà, tra le altre cose, la crescita sia del numero che dei servizi da offrire ai clienti.

Quali saranno gli aiuti previsti dal PNRR per la digitalizzazione delle imprese?

Gli incentivi della Transizione 4.0 prevedono un regime di credito d’imposta. Questo può essere richiesto per le dichiarazioni dei redditi tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023.

Il piano comprende anche la definizione di codici di credito d’imposta per l’utilizzo nel modello F24 per beni strumentali materiali e immateriali 4.0 e beni immateriali di investimento standard, ma anche attività di ricerca, sviluppo e innovazione per l’innovazione digitale e la progettazione e attività di formazione per acquisire o consolidare la conoscenza di tecnologie rilevanti. Tra gli esempi degli acquisti finanziabili figurano macchine di produzione controllate da sistemi informatici, macchine e sistemi per il controllo di prodotti o processi, sistemi di comunicazione intra-fabbrica e software relativi alla gestione aziendale.

La digitalizzazione della pubblica amministrazione è invece prevista dalla prima componente della missione 1 del PNRR, nota con la sigla M1C1. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, il governo ha previsto 7 ambiti di intervento: infrastrutture digitali, migrazione in cloud, dati e interoperabilità, servizi digitali e cittadinanza digitali, cybersecurity, digitalizzazione grandi PA centrali e competenze digitali di base.  Come si può evincere, l’obiettivo è una digitalizzazione a 360 gradi, con la creazione di una PA dotata sì di tutte le più moderne infrastrutture tecnologiche, ma anche composta da dipendenti formati al meglio per utilizzarle e per rispondere alle crescenti minacce informatiche.

Il completamento e il successo della missione 1 del PNRR sarà quanto mai centrale per il futuro e la competitività del nostro Paese e delle nostre imprese. Per questo è necessario che nessuna delle risorse messe a disposizione (che ricordiamolo sono frutto di debito comune europeo e di prestiti, dunque non sono gratuite) vada sprecata.

 

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