L’irruzione della pandemia da Covid-19 ha esercitato un significativo impatto sui comportamenti di mobilità dei cittadini. Le conseguenze dell’emergenza sanitaria sono state evidenti fin dall’inizio per il settore dei trasporti, costretto da un lato a severe misure di blocco per ridurre il rischio di diffusione del virus, ed evolvendo, dall’altro, lungo traiettorie di consumo alternative.  

 

La trasformazione imposta dall’emergenza sanitaria alla mobilità urbana non ha rallentato la crescita del comparto elettrico, che si stava già consolidando ormai da qualche periodo. Tale dinamica si evince in maniera evidente dal grafico proposto di seguito, che riporta in rosso l’andamento delle query Google effettuate sull’argomento “monopattini elettrici” e in blu quelle per le “biciclette elettriche”. Al netto di una certa stagionalità che caratterizza i due prodotti, è evidente come le due categorie di beni si siano distinte per un deciso trend di crescita, che ha registrato un suo massimo nella primavera del 2020, segnalando un forte aumento dell’interesse da parte dei consumatori internazionali verso entrambi i prodotti.

 

 

 

Per il comparto, il Vecchio Continente rappresenta uno dei player più rilevanti su scala internazionale. Analizzando i flussi commerciali dei paesi UE, emerge come l’export di biciclette e monopattini (tradizionali e elettrici/e) abbia raggiunto nel 2021 un massimo storico, pari a 8.3 miliardi di euro, mostrando una crescita del 13% rispetto ai valori dell’anno precedente. La performance positiva si colloca tuttavia in un contesto già ampiamente favorevole: tra il 2010 ed il 2020, le vendite all’estero dell’UE27 hanno registrato un tasso di crescita medio annuo pari al 14%. 

 

Scomponendo i dati per categoria merceologica, è possibile constatare che l’export di biciclette elettriche da parte dei paesi membri sta mostrando una crescita solida, triplicando i dati di vendita in soli cinque anni (passando da 1 miliardo di euro nel 2017 ai quasi 4 miliardi del 2021). Trend positivo anche per i monopattini elettrici che, pur attestandosi su valori inferiori rispetto alle e-bike, hanno sfiorato nel 2021 la soglia di 1.5 miliardi di euro, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente. 

Nel grafico che segue è riportato l’andamento delle esportazioni europee durante l’ultimo decennio, espresse in milioni di euro.

 

Focus Italia

 

Dai dati sui flussi di commercio estero è possibile individuare il posizionamento dell’Italia nel quadro dei principali player presenti sul panorama internazionale. 

In termini di valore, l’Italia rientra nella top 10 dei maggiori esportatori UE, posizionandosi al settimo posto per un totale di circa 445 milioni di euro nel 2021, dopo Olanda (2 miliardi di euro), Germania (1.7 miliardi), Bulgaria (477 milioni), Belgio (476 milioni), Austria (468 milioni) e Portogallo (460 milioni).

I dati evidenziano tuttavia una marcata specializzazione dell’Italia nell’industria delle biciclette tradizionali: stando agli ultimi dati, nel 2021 le esportazioni di questa categoria merceologica si sono attestate a 267 milioni di euro, facendo del Belpaese il quarto esportatore europeo dopo Olanda, Germania e Portogallo; al contrario si fermano, per le biciclette e monopattini elettrici, rispettivamente a 119 e 50 milioni di euro. Le esportazioni del comparto a due ruote elettriche vantano comunque una differenza complessiva di circa 81 milioni rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, segno di una crescita d’interesse, da parte dei consumatori, verso forme di mobilità alternative. 

Fra i principali mercati di destinazione spiccano i paesi UE. In particolare, è opportuno evidenziare l’aumento tendenziale dell’export verso l’Austria (+86%), la Francia (+76%), la Germania (+65%) e la Svizzera (+55%), mentre gli Stati Uniti si confermano primo sbocco al di fuori dei confini comunitari. 

 

L’analisi svolta presenta il comparto delle due ruote come sempre più centrale nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, anche alla luce degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, oltre all'incremento della rete ciclabile su tutto il territorio, prevede un consolidamento della mobilità attiva ed una maggiore attenzione ai temi dell'ambiente e della sostenibilità.