Segnali di un progressivo recupero per l’industria dell'auto

L’industria automotive rappresenta un player chiave nel quadro economico europeo. Secondo i dati della Commissione, il settore fornisce impieghi diretti e indiretti per 13.8 milioni di cittadini, rappresentando il 6.1% dell’impiego totale nell’Unione. Sono 2.6 milioni gli occupati nel settore del direct manufacturing dei veicoli a motore, l’8.5% dell’impiego totale UE del settore manifatturiero. In termini di produzione di veicoli a motore su scala mondiale, l’Unione si colloca al secondo posto, alle spalle della sola “Greater China”.
Anche in Italia la filiera produttiva del comparto automotive gioca un ruolo di rilievo: secondo i dati dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA), in Italia sono presenti oltre 5.500 imprese e 273.600 addetti (diretti e indiretti), corrispondenti al 7.3% degli occupati del manifatturiero italiano.

Come procede il recupero post-Covid dell’industria automobilistica? Nella nostra precedente analisi, redatta a luglio 2022 (si rimanda all’articolo “Aggiornamento automotive: commercio mondiale e immatricolazioni”), avevamo visto come, a distanza di oltre due anni dallo shock pandemico, dalla filiera provenissero ancora segnali di forti difficoltà. Andiamo allora a guardare gli ultimi dati per analizzare i più recenti sviluppi del settore.

Immatricolazioni di autovetture: un’overview per area geografica

Partiamo dalle immatricolazioni di nuove autovetture a livello mondiale.
Il 2022 si è chiuso con un calo per le immatricolazioni nell’area europea in senso lato1, pari al -10.4%. Secondo l’Economic and Market Report di ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association), la carenza di seminconduttori ha continuato a penalizzare la performance dell’area, a cui si è aggiunto il peso del conflitto in Ucraina soprattutto sui mercati est europei. Attorno al 9% il calo registrato dalle immatricolazioni di autovetture negli USA; di poco inferiore in Giappone (-5.1%), a fronte di un aumento nei prezzi dell’energia che, combinato con l’indebolimento dello yen, ha portato ad un calo nel reddito disponibile reale.
Positiva, invece, la dinamica di India e Cina che, secondo gli ultimi dati del World Economic Outlook, saranno i principali contribuenti alla crescita dell’economia mondiale nell’anno in corso. La domanda cinese di nuove autovetture ha infatti segnato un aumento del 7.6% lo scorso anno, a fronte di un incremento di oltre il 23% sul mercato indiano.

Queste diverse performance si sono tradotte in una complessiva stabilità a livello mondiale nel numero di immatricolazioni di nuove autovetture rispetto al 2021, pari 66.2 milioni di unità. Si segnala però come questa cifra si collochi ancora ampiamente al di sotto dei livelli pre-pandemici (2019), quando le immatricolazioni di nuove autovetture erano state pari a 74.9 milioni.

Immatricolazioni di nuove autovetture, per area geografica (2022)
Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati ACEA.

Guardiamo ora ai primi mesi del 2023: secondo gli ultimi dati ACEA, le immatricolazioni di autovetture nell’Unione hanno registrato una crescita del 18% nei mesi di gennaio-maggio, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; ciononostante, ci collochiamo ancora ampiamente al di sotto (-23%) dei rispettivi livelli del 2019. La maggior parte dei mercati UE ha sperimentato un aumento a doppia cifra delle immatricolazioni nei primi cinque mesi del 2023: si registra un incremento del 26.9% in Spagna, del 26.1% in Italia, del 16.3% in Francia e del 10.2% in Germania. Il mese di maggio ha rappresentato il decimo consecutivo mese di crescita per le immatricolazioni di autovetture nell’Unione.

Confrontando i dati UE con le immatricolazioni mensili di altri mercati chiave del settore automobilistico, quali USA e Giappone, emerge un chiaro trend comune: dopo il rimbalzo “matematico” post Covid, tanto negli USA che nell’UE e in Giappone le immatricolazioni hanno attraversato una fase di profonda contrazione tra l’estate 2021 e l’estate 2022, come mostrato nel grafico di seguito. Il tasso di variazione tendenziale è tornato in tutti e tre i mercati in territorio positivo a partire dall’autunno 2022, ed è risultato rispettivamente pari al 31.8%, 22.4% e 18.5% nel mese di maggio 2023 per Giappone, Stati Uniti e Unione Europea.

Immatricolazioni mensili di nuove autovetture: UE, USA e Giappone
Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati OCSE e ACEA.

Uno sguardo, infine, alle dinamiche delle immatricolazioni UE di autovetture per tipologia di alimentazione. Confrontando i dati ACEA per i primi 5 mesi del 2023 con il corrispondente periodo dello scorso anno, si nota una crescita delle immatricolazioni per tutte le tipologie merceologiche, tranne per le plug-in hybrid, in calo del 3.3% e le auto diesel, stabili rispetto al 2022. Tra i comparti più dinamici spicca quello dei veicoli elettrici a batteria (+50.5%), seguito da quello dei veicoli ibridi (+27.1%); attorno al 17% l’incremento registrato per le immatricolazioni di auto a benzina.

Le immatricolazioni di macchine a benzina nell’Unione sono state pari a quasi il 40% del totale nei primi cinque mesi del 2023, quota rimasta pressoché stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il comparto elettrico nel suo complesso (in cui includiamo i veicoli a batteria, plug-in e ibridi) ricopre la quota più ampia, prossima al 45% e in crescita rispetto allo scorso anno. In calo, infine, la quota ricoperta dalle immatricolazioni diesel, dal 17.5% al 14.8% del totale.

I segnali dal commercio mondiale

Anche i numeri degli scambi mondiali forniscono segnali di un progressivo recupero per l’industria automobilistica. Guardando ai dati degli ultimi trimestri vediamo come la domanda mondiale, misurata a prezzi correnti, risulti in crescita del 45% nel III trimestre 2022, del 32% nel IV trimestre 2022 e del 25% nel I trimestre 2023. Più modesti, ma in ogni caso in ampio territorio positivo, i ritmi di crescita dei flussi misurati a prezzi costanti, cioè depurati dagli effetti dell’inflazione.
In un’ottica di lungo periodo, l’analisi dei dati a prezzi costanti fornisce però segnali differenti rispetto ai valori a prezzi correnti, i quali suggerirebbero il raggiungimento di un nuovo punto di massimo negli scambi mondiali di autovetture nel IV trimestre 2022. Come si nota dal grafico riportato di seguito, i dati sulla domanda mondiale di autoveicoli misurata a prezzi costanti mostrano infatti, grazie al recupero degli ultimi trimestri, un semplice ritorno ai livelli pre-crisi.

Domanda mondiale di autoveicoli, a prezzi costanti
Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati ExportPlanning.

Questo trend risulta confermato anche dai numeri sulle immatricolazioni di nuove autovetture su scala mondiale che, come precedentemente discusso, nel 2022 non sono riuscite a recuperare i livelli del 2019.

Questioni da monitorare: la nuova leadership cinese

Tra i numeri più interessanti sul commercio estero del settore automobilistico, si segnalano quelli provenienti dalla Cina che, da una presenza marginale sui mercati internazionali, sta progressivamente costruendo un ruolo di leadership in termini di valore degli autoveicoli esportati. La Cina è infatti salita al quinto posto su scala mondiale secondo i dati ExportPlanning nel 2022, in decisa crescita rispetto alla dodicesima posizione del 2021 e alla diciassettesima del 2020. Guardando invece al numero complessivo dei veicoli esportati (in cui sono incluse non soltanto le autovetture ma anche i veicoli commerciali e gli autocarri), gli ultimi dati rilasciati dalla dogana cinese segnalano come, nel I trimestre 2023, la Cina sia salita al primo posto al mondo, superando il Giappone. Solo lo scorso anno, la Cina aveva guadagnato il secondo posto, scavalcando la Germania.

Il settore che sta guidando l’ascesa cinese è quello dell’elettrico, che da qualche anno si è aggiudicato la prima posizione tra i comparti dell’export automobilistico del Paese.

La Cina sta infatti emergendo come nuovo player di rilievo nel settore automobilistico, rispondendo ad una domanda crescente sul fronte dell’elettrico con soluzioni più economiche rispetto agli storici paesi leader. La nuova linea produttiva cinese sta trovando crescente riscontro in termini di domanda in un mercato interno che, fino a poco tempo fa, risultava in buona parte servito dalle importazioni, ma apre prospettive di crescita anche sui mercati occidentali, rappresentando una nuova potenziale sfida per i leader del settore.

 


1Oltre ai paesi UE, sono inclusi: paesi EFTA, Regno Unito, Russia, Turchia, Ucraina, Bielorussia, Bosnia-Herzegovina, Kazakhstan, Macedonia del Nord, Serbia e Uzbekistan.