Emergenze Umanitarie e ricerca dei fondi

Nel 2022 circa 274 milioni di persone avranno bisogno di assistenza e protezione umanitaria. C’è stato un aumento significativo rispetto ai 235 milioni di un anno fa, che rappresentava già un record degli ultimi decenni. Ma, purtroppo, non sarà possibile aiutare tutti. Le Nazioni Unite e le organizzazioni partner, infatti, mirano ad assistere i 183 milioni di persone più bisognose in 63 Paesi. Il 2022, tra l’altro, è l’anno con il tasso più basso di soddisfazione delle richieste degli ultimi 10 anni. Secondo i dati dell’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs servirebbero in generale circa 48 miliardi di dollari, ma le richieste insoddisfatte arrivano a 33,5 miliardi di dollari. Significa che, in tutto, nel 2022 hanno trovato finora una risposta solo il 31% delle richieste umanitarie.

 

 

Le emergenze umanitarie spesso non trovano spazio sui media e, se lo fanno, spesso la copertura dura solo un tempo limitato. Per questo, sono utili le occasioni in cui è possibile per una volta avere uno sguardo di insieme, con dati complessivi e aggiornati. La principale di queste occasioni è sicuramente la Giornata dell’Aiuto Umanitario che si celebra il 19 agosto. È sicuramente un’occasione per portare l’attenzione sugli operatori umanitari che, in tutto il mondo, sono in prima linea per supportare le popolazioni in difficoltà. Del resto, lavorano in zone di conflitto, aree devastate da disastri naturali o epidemie. La scelta del 19 agosto, però, non è assolutamente casuale. Si ricorda il bombardamento avvenuto alla sede dell’ONU in Iraq nel 2003, in cui persero la vita 22 persone. Tra queste, l’allora Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Sergio Vieira de Mello. Gli operatori umanitari, comunque, continuano ad essere vittime di violenze. Nel 2020, ad esempio, sono stati uccisi 117 operatori umanitari, 108 dei quali lavoravano nel loro Paese.

 

Cercando di capire quali sono le tipologie di emergenze che gli operatori umanitari si trovano ad affrontare, possiamo citare un esempio a noi vicino: la crisi scatenata dalla guerra in Ucraina. Nelle ultime settimane sono stati stanziati 25 milioni di dollari per aiutare le persone a prepararsi per l’inverno: questi fondi consentiranno in particolare di fornire abbigliamento adatto, riparazioni alle case danneggiate e apparecchiature per il riscaldamento. Per dare un'idea della portata di questa crisi, possiamo dire che 10,3 milioni di rifugiati hanno lasciato il Paese in cerca di un alloggio sicuro a partire dal 24 febbraio 2022. Ma si devono considerare anche 8 milioni di persone che non vivono più nelle proprie case e sono sfollate all’interno del Paese. Non solo: si stima che in tutto 15,7 milioni di ucraini abbiano urgente bisogno di protezione e assistenza umanitaria.

 

 

Per fare un quadro più generale della situazione delle crisi umanitarie, possiamo dire che la pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che aumentare le enormi difficoltà e le richieste di supporto dei Paesi che si trovano a far fronte ad emergenze di vario genere. Solo il 4% dei 7 miliardi di vaccini somministrati ha raggiunto i Paesi con un piano di risposta umanitaria. In due terzi di questi Paesi, altri 20 milioni di persone si sono ritrovate in uno stato di estrema povertà.

 

Anche il cambiamento climatico ha effetti devastanti. Fino a 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a spostarsi all'interno del proprio Paese entro il 2050 a causa degli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, la fame è in aumento e l'insicurezza alimentare ha raggiunto livelli senza precedenti: a livello globale, 811 milioni di persone sono sottonutrite. Lo stato di carestia resta un rischio reale in 43 Paesi del mondo senza interventi mirati.