Il 21 novembre si celebra la Giornata nazionale degli alberi

È difficile dire con esattezza quanti siano, ma sappiamo che gli alberi rivestono un ruolo fondamentale per il pianeta. E oggi è ancora più vero: gli alberi sono la migliore “tecnologia” per la cattura dell’anidride carbonica. Il 21 novembre si celebra la Giornata nazionale degli alberi: è stata istituita come ricorrenza nazionale con una legge della Repubblica entrata in vigore dal febbraio 2013.

In occasione della Giornata nazionale degli alberi ci si potrebbe chiedere quanti siano. Alcuni anni fa il Corpo forestale ha dato una stima di 12 miliardi. È molto complicato, però, stabilire quanti siano davvero, certo è che la superficie coperta da boschi in Italia è in aumento: è aumentata in 10 anni di circa 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari, cioè il 36,7% del territorio nazionale. Questa crescita, va sottolineato, è legata anche all'abbandono di attività agricole.

In ogni caso, la capacità di “catturare” anidride carbonica dei boschi italiani rappresenta un fattore positivo. In occasione della Giornata degli alberi è importante anche ricordare che dall'inventario nazionale forestale dei Carabinieri emerge che lo stock di carbonio che i boschi italiani riescono ad immagazzinare è passato dai 490 milioni di tonnellate rispetto alla rilevazione del 2005 a 569 milioni di tonnellate del 2021. Parliamo, quindi, di un incremento di 290 milioni di tonnellate di CO2 stoccata e quindi sottratta all’atmosfera.

Gli alberi sono al centro di numerosi progetti di educazione ambientale che coinvolgono scuole e associazioni, ma si deve ricordare anche che il Paese si è dotato a febbraio 2022 di una Strategia Forestale Nazionale: un piano promosso dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali assieme ai Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura, dello Sviluppo Economico e della Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un documento strategico che per i prossimi vent'anni varrà come linea guida per la gestione delle foreste italiane.  Veri e propri progetti ambientali, con l'obiettivo  di mitigare gli effetti climatici, favorire la crescita e il miglioramento delle foreste in termini di estensione e resilienza, oltre alla gestione sostenibile.

Anche gli alberi nelle città rivestono un ruolo importante nel controllo delle emissioni, nella protezione del suolo, nel miglioramento della qualità dell’aria, del microclima e della vivibilità delle città. Il rapporto Ecosistema urbano di Legambiente misura anno per anno quali sono i capoluoghi di provincia più virtuosi sotto il profilo ambientale. Il capoluogo di provincia che ha più alberi sulla superficie pubblica ogni 100 abitanti è Cuneo con 205,5. Modena è il secondo con 114,5. Seguono Reggio Emilia (84,9), Trieste (102) e Brescia (112). Le città con i dati peggiori, invece, sono Asti e Sassari (5 alberi ogni 100 abitanti), Benevento (4,9), Caltanissetta (3,3), Potenza (1,1).

Gli alberi, però, non sono un patrimonio preziosissimo solo dal punto di vista ambientale. Nelle città e nelle provincie italiane troviamo “grandi vecchi” che rappresentano un vero tesoro dal punto di vista storico e sociale. Sono gli alberi monumentali che, prendendo spunto dai termini della legge, sono “un raro esempio di maestosità e longevità”. Ma veniamo ai numeri. L’elenco attuale è aggiornato al 2021 e il primo censimento è stato realizzato nel 1982 dal corpo forestale. In Italia gli alberi monumentali sono 3.662: la Sardegna è la regione che ne ha di più (410), seguono il Friuli Venezia Giulia con 334 alberi e l’Abruzzo con 298. Se si osservano i dati provinciali, Udine è la provincia con il maggior numero di alberi monumentali, 244, mentre nelle province di Grosseto e Rimini ne sono stati segnalati soltanto 3. Conoscere questo patrimonio è il primo passo per salvaguardarlo.