Secondo i dati forniti recentemente dalla COVIP, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, l’adesione dei giovani lavoratori alla previdenza complementare è ancora molto bassa. Guardando al 2022, la distribuzione per età vede più interessate, soprattutto, le classi prossime al pensionamento: il 48,9% degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,3% ha almeno 55 anni e solo il 18,8% è sotto i 35 anni. 

Sempre secondo COVIP, il totale delle posizioni in essere presso le forme di previdenza complementare, a fine giugno 2023, è pari a 10,5 milioni con un aumento del 2% rispetto alla fine del 2022. Ciò si traduce in un totale iscritti (considerando anche quelli che aderiscono a più forme) pari a 9,43 milioni. 
In termini di risorse in gestione destinate alle prestazioni, queste ammontano (a fine giugno 2023) a 214 miliardi di euro rispetto ai 205 miliardi di dicembre 2022.

Per comprendere meglio le potenzialità della previdenza integrativa occorre accostare questa serie di dati a quelli rilasciati dall’Istat e riguardanti l’andamento demografico della popolazione italiana. Al 1° gennaio 2023, la popolazione è diminuita del 3% rispetto all’anno precedente. Questo calo è frutto di una dinamica demografica sfavorevole: nel 2022 si sono contati 713mila decessi e 393mila nascite, arrivando a un nuovo minimo storico e a un saldo di -320mila unità. 
La speranza di vita è di 80,5 anni per gli uomini e 84,4 per le donne e gli over 65 anni rappresentano oltre il 24% della popolazione (più di 14 milioni di individui). 
È in atto un progressivo invecchiamento della popolazione, destinato non solo a incidere sulle prospettive di crescita del nostro Paese, ma anche a rivalutare tempistiche e importi della previdenza pubblica. Ma ancora gli italiani, soprattutto i giovani, non hanno adottato a sufficienza soluzioni in grado di garantire nel tempo, anche superata l’età lavorativa, il loro tenore di vita. 

I giovani possono avere i maggiori benefici: il fattore tempo è fondamentale


È in questo contesto che si rende sempre più necessario affidarsi agli strumenti di previdenza complementare collettiva o individuale, per integrare quanto sarà erogato dalla previdenza pubblica. Scegliendo di aderire ad una forma di previdenza complementare ed accantonandovi regolarmente una parte dei propri risparmi, si costruirà un salvadanaio a cui attingere al momento della pensione, integrando l’assegno previsto dal sistema obbligatorio. Prima si inizia con l’accantonamento, maggiore sarà l’importo che si avrà a disposizione per integrare la pensione pubblica. 

Se, però, come confermano i dati COVIP, i giovani da poco entrati nel mondo del lavoro sono ancora poco propensi a scegliere una forma pensionistica integrativa, è molto importante che una soluzione di questo tipo sia adottata il prima possibile. Per questo a giocare un ruolo fondamentale sono i genitori. Sono loro, infatti, che possono impegnarsi nell’attivare una posizione di pensione integrativa per i figli, operazione che può avvenire anche subito dopo la nascita del bambino. E se è vero che con l’età si diventa più saggi, l’iniziativa potrebbe partire anche dai nonni, scegliendo di regalare ai nipoti oltre all’importo accantonato anche un progetto di serenità. In questo modo, il futuro lavoratore avrà già la sua posizione aperta e potrà beneficiare maggiormente dei benefici fiscali previsti.

Il tempo premia, in termini di vantaggi fiscali, soprattutto in riferimento alla prestazione finale, che viene erogata al momento dell’età pensionabile. La prestazione pensionistica è assoggettata ad una ritenuta a titolo d’imposta del 15% che si riduce in funzione dell’anzianità di partecipazione al sistema della previdenza complementare; se questa è superiore a 15 anni, l’aliquota diminuisce dello 0,30% per ogni anno di successiva partecipazione, fino al limite massimo di riduzione pari a 6 punti percentuali. Con 35 anni di partecipazione l’aliquota scende quindi al 9%.
Il tempo è un alleato prezioso anche per altri aspetti legati ancora alla disciplina fiscale favorevole di cui gode questa forma di risparmio.

  • Durante la fase di accumulo, e cioè di versamento, è possibile dedurre dal reddito complessivo annuo, i contributi versati alla forma di previdenza complementare prescelta fino a 5.164,57 euro. La deduzione è applicabile sia per i versamenti effettuati sulla propria posizione previdenziale che su quella di un familiare fiscalmente a carico, come ad esempio un figlio. Il risparmio annuale, in base al reddito, può arrivare fino al 43% di quanto versato. Ciò vuol dire, in pratica, che lo Stato contribuisce a riempire il nostro salvadanaio previdenziale, grazie allo sconto fiscale applicato ogni anno. Prima si aderisce ad una forma di previdenza complementare, maggiore sarà l’aiuto che lo Stato potrà concedere. Rinviare l’adesione vuol dire rinunciare alla possibilità di dedurre e dunque di pagare meno tasse.

Il tempo trascorso dall’adesione inoltre incide sulla possibilità di utilizzo delle somme accantonate anche prima della pensione. È infatti possibile chiedere anticipazioni della propria posizione per affrontare spese e necessità dell’aderente e dei suoi familiari, nei casi previsti dalla normativa.

In particolare:

  • per sostenere le spese sanitarie straordinarie, riconosciute dalle competenti strutture pubbliche e documentate, (che siano proprie, del coniuge o dei figli) è possibile ottenere fino al 75% della posizione individuale maturata. La richiesta può essere inoltrata in qualsiasi momento; 
  • per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa (per sé o per i figli) si può ottenere fino al 75% della posizione individuale maturata, ma solo a patto che siano trascorsi 8 anni da quando è iniziata la partecipazione alla previdenza complementare;
  • per ulteriori esigenze non documentate, è possibile ottenere una somma fino al 30% della posizione individuale maturata; anche in questo caso la richiesta può essere inoltrata solo dopo 8 anni di partecipazione alla previdenza complementare. 

È possibile chiedere più volte l’anticipazione per la stessa o diverse motivazioni, purché resti almeno il 25% del totale della posizione maturata.
In pratica, dopo 8 anni dall’adesione, la posizione previdenziale intestata ad un figlio o ad una figlia diventa un supporto per pagarne gli studi, avviare un’attività lavorativa, acquistare la prima automobile o, perché no, la prima casa.

Le forme pensionistiche integrative presentano, inoltre, altri fattori particolarmente apprezzati dai sottoscrittori come:

  • L’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo.
  • L’applicazione ai rendimenti maturati di un’imposta del 20% (12,5% se il profitto deriva da titoli di Stato) che risulta più favorevole rispetto al 26% che si applica alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario.
  • L’elevato livello di tutela: gli importi accumulati dal sottoscrittore non possono essere pignorati o sequestrati e ogni posizione individuale rappresenta un patrimonio autonomo, separato e quindi tutelato, rispetto al patrimonio complessivo del gestore del fondo. 

Le diverse soluzioni per assicurarsi una pensione integrativa possono, quindi, essere definite come uno dei più classici “salvadanai” per far rendere i propri risparmi, in modo tutelato, ma al tempo stesso poterne usufruire in parte in caso di imprevisti o per necessità.

Le forme pensionistiche complementari

 

Sono forme di previdenza complementare:

  • I fondi chiusi/negoziali, istituiti da accordi collettivi a livello nazionale o aziendale, a cui possono aderire solo i lavoratori a cui sia applicabile il contratto di categoria in cui è inquadrabile il loro rapporto di lavoro;
  • I fondi aperti, istituiti da banche, compagnie di assicurazioni, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare, a cui può aderire chiunque, a prescindere dall’attività lavorativa svolta. Possono perciò aderire ad un fondo aperto anche i minori, le casalinghe, colf e badanti e le persone inoccupate. I fondi pensione aperti possono raccogliere adesioni su base individuale e collettiva; 
  • I piani pensionistici individuali (PIP), sono forme pensionistiche complementari realizzate attraverso un contratto di assicurazione sulla vita, istituite dalle imprese di assicurazione; possono raccogliere adesioni su base individuale ed il TFR; 
  • I fondi pensione preesistenti, fondi collettivi già attivi prima del 15 novembre 1992 e dell’istituzione della previdenza complementare, con caratteristiche differenti rispetto ai successivi, come la gestione diretta delle risorse; tali forme, residuali, possono essere o meno aperte a nuove adesioni.

La posizione previdenziale potrà essere alimentata da contributi volontariamente versati e, nel caso di lavoratore dipendente, anche dal TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e da eventuali contributi da busta paga versati dal lavoratore e dal datore di lavoro.
La somma accantonata dipenderà dunque dalla durata del periodo di contribuzione, dall’importo dei versamenti e dai rendimenti ottenuti dall’investimento delle contribuzioni versate, a cui si devono sottrarre i costi.
I costi della forma di previdenza prescelta sono disponibili in un apposito documento denominato Scheda I Costi, reperibile nella Parte I della Nota Informativa che ogni forma di previdenza complementare deve mettere a disposizione dell’aderente prima dell’adesione.

I documenti a disposizione prima dell’adesione

La Nota Informativa, oltre ad esporre i costi della forma previdenziale, ne illustra le caratteristiche e il funzionamento. Deve essere predisposta in conformità allo Schema adottato dalla COVIP, l’Autorità di vigilanza dei fondi pensione, e in coerenza con lo statuto o con il regolamento della forma previdenziale. Dal 1°giugno 2017 la Nota informativa nella sua versione integrale, unitamente allo statuto o regolamento e, per i PIP, alle condizioni generali di contratto, deve essere pubblicata sul sito e consegnata gratuitamente solo agli aderenti che ne facciano richiesta. Costituisce un’appendice della Nota informativa, l’Informativa sulla sostenibilità che contiene specifiche informazioni sui comparti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali o che hanno come obiettivo investimenti sostenibili, informazioni circa le integrazioni dei rischi di sostenibilità nelle decisioni di investimento, nonché sui principali effetti negativi per la sostenibilità delle decisioni di investimento. Tale documento viene sempre consegnato all’sottoscrittore in fase di adesione, a prescindere da una sua esplicita richiesta. Scegliere una forma di previdenza complementare che adotti politiche di investimento ESG significa consegnare alle giovani generazioni un futuro in cui l'economia sia più equa, resiliente e rispettosa dell'ambiente. 

Quali prestazioni si possono ottenere


Una volta raggiunti i requisiti per la pensione obbligatoria, e a condizione che abbia almeno 5 anni di partecipazione alla previdenza complementare, il sottoscrittore ha la facoltà di scegliere che tipo di prestazione ottenere. Una scelta da valutare con estrema attenzione, tenendo conto delle esigenze durante il pensionamento. È possibile optare per ottenere:

  • una rendita dalla posizione individuale e avere una somma periodica per tutta la vita prevedendo, nel caso, la reversibilità a favore di un altro beneficiario, liberamente designato;
  • fino a un massimo del 50% del capitale accumulato in un’unica soluzione e il restante in rendita; 
  • tutta la posizione sotto forma di capitale, in determinati casi previsti dalla legge.

È anche possibile, al verificarsi di determinate circostanze come la cessazione dell’attività lavorativa e la contribuzione per almeno 20 anni nei regimi obbligatori e in prossimità del pensionamento, anticipare la prestazione pensionistica complementare rispetto alla pensione obbligatoria, richiedendo l’erogazione di una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, denominata RITA. In questo caso, con almeno 5 anni di partecipazione alla previdenza complementare è prevista l’erogazione frazionata della posizione individuale (tutta o in parte) fino al conseguimento dell’età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Un consulente BPER Banca può aiutarti a costruire il piano previdenziale adatto alle tue esigenze: definendo insieme a te l’importo da accantonare periodicamente, la linea d’investimento più adeguata e valutare gli eventuali rischi, simulando l’eventuale rendita futura.