Contenuto a cura di Arca Fondi

Tra i buoni propositi che tutti fissano con la fine delle vacanze estive, c’è sicuramente, oltre all’abbonamento in palestra, la gestione dei propri risparmi. È un momento importante, in cui ci rendiamo conto che fino ad ora non abbiamo dedicato molto tempo ai nostri soldi e agli obiettivi che vogliamo raggiungere con essi. Una delle soluzioni che molti prendono in considerazione, spesso sulla base di pericolose esperienze di amici e parenti, è la gestione diretta dei propri risparmi, altrimenti detto trading. Materia affascinante quella dell’investimento diretto, resa ancora più attraente dai film sul tema: persone che, dopo due click del mouse, diventano ricche in un baleno e stappano bottiglie di costoso champagne per festeggiare. La realtà è molto differente, purtroppo.

Un’attività che può nascondere delle insidie

                    
 

Non è un segreto molto difficile da scoprire, ma l’attività di gestione sui mercati finanziari è tutt’altro che semplice. Non è impossibile, ma sicuramente non può essere effettuata senza una profonda conoscenza delle opportunità e dei rischi che ci sono in questo settore. Affermazione banale, forse, ma chi penserebbe mai di aprire un pc, un’automobile o una lavatrice per provare a rimetterlo in funzione senza sapere nulla di come funzionano questi oggetti?

Del resto per illudersi basta poco: una veloce ricerca su società che offrono servizi del genere mostra siti web accattivanti, piene di mani che stringono smartphone con grafici e numeri e di rassicuranti visi di persone sorridenti che guardano schermi di laptop con l’immancabile tazza fumante al loro fianco. Sembra un mondo bello e accessibile. Eppure, scorrendo più in basso questi siti, può creare un certo disagio leggere avvertenze inquietanti: in molti di essi si legge che “l’investimento è un’attività rischiosa che può comportare la perdita del capitale” ma non sempre questa avvertenza è la peggiore.

Il 79% dei conti al dettaglio perde denaro

                      

Guardando più attentamente le avvertenze poste in basso ci si può imbattere in frasi del genere: “il 79% dei conti al dettaglio perdono denaro”. Significa che quasi 8 persone su 10 perdono soldi quando operano direttamente. La frase getta una luce sinistra sul fenomeno: su 5 investitori 4 non solo non riescono a guadagnare nulla, ma addirittura perdono parte di quanto investito. La domanda è legittima: cosa spinge un utente medio ad intraprendere un’azione che quasi nella totalità dei casi fa perdere dei soldi?

Se dovessi giocare una scommessa con l’80% di rischio di perdere soldi, cosa faresti? Se potessi andare a mangiare in un ristorante dove 4 clienti su 5 si sentono male, o di attraversare un ponte dove cadono 4 persone su 5 come reagiresti?

Euristiche. Le scorciatoie che ci aiutano, ma ci fanno anche sbagliare

Milton Friedman, un economista Premio Nobel nel 1976, diceva che le persone si comportano come i giocatori di baseball quando devono ricevere una palla. Il giocatore non si ferma a compiere tutti i complicati calcoli per determinare dove atterrerà la palla, ma molto semplicemente corre fissando la palla e adottando una serie di aggiustamenti di velocità e direzione con l’obiettivo di mantenere costante l’angolazione della visuale. Sarebbe strano vedere un giocatore di baseball con un computer risolvere sistemi di equazioni differenziali per capire dove esattamente cadrà la palla! Questa è una descrizione di euristica molto efficace: il nostro cervello per risparmiare energie adotta delle scorciatoie molto utili, ma in qualche caso anche molto pericolose. 

Ipersicurezza: un’euristica molto comune

Eppure, anche a fronte di statistiche così impietose, i risparmiatori continuano a credere che il problema non li tocchi: fenomeni simili accadono in molte altre attività umane. Sono in molti, ad esempio, a sovrastimare le proprie capacità di guida e quindi a ritenersi immuni dalla possibilità di avere un incidente d’auto. Ma anche in questo caso i dati ci raccontano uno scenario molto differente.

In questo caso stiamo parlando del classico errore di Rappresentatività: l’ipersicurezza o altrimenti detta overconfidence, è appunto l’eccessiva sicurezza nei nostri mezzi. Purtroppo, nel mondo degli investimenti, sottostimare le difficoltà può essere un grave errore. Eppure, in molti casi, basterebbe leggere le avvertenze.

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