“Il Re che voleva diventare ricco” e i principi dell’Economia Sociale
La rubrica di BPER Banca dedicata alle fiabe per bambini.
La rubrica di BPER Banca dedicata alle fiabe per bambini.
“Da grande voglio diventare ricco e comprare tutto ciò che mi pare”. Alzi la mano chi non ha mai sentito dire questa frase al proprio figlio, magari a seguito di un rifiuto ad acquistare l’ennesimo giochino o rivista. Non è sempre facile introdurre i più piccoli ai concetti più semplici di educazione finanziaria, ma certamente è un primo passo per coinvolgerli nelle scelte che fanno parte anche del loro quotidiano. Per appassionarli ancora di più al tema e dargli una visione “altruista”, è importante trasferirgli anche il valore immenso che possiede l’economia sociale.
In una economia sociale chi si arricchisce fa il bene anche della comunità, investendo su di essa e rendendola partecipe della propria fortuna.
C’è una fiaba popolare che ci viene in aiuto, per spiegare meglio cosa si intende con “economia sociale” ed è quella de “Il re che voleva diventare ricco”.
Racconta di un sovrano che aveva un forziere pieno di monete d’oro ma voleva diventare ancora più ricco. Per farlo, emise un editto per cui chiunque fosse riuscito nell’impresa avrebbe avuto in sposa sua figlia, la principessa.
Si presentarono 3 fratelli, ognuno con un piano diverso: il primo decise di investire il denaro per acquistare beni preziosi ed esotici da rivendere al proprio paese. Così facendo, il giovane guadagno una buona somma di denaro.
Il secondo, più iracondo, decise di assoldare un piccolo esercito con cui andare a minacciare gli abitanti del paese vicino e farsi dare tutti i loro averi. Da questa prepotenza ottenne una somma pari a quella del fratello.
Martino, il terzo fratello più giovane e buono d’animo, decise di rivolgersi ad un vecchio saggio che gli disse: “Dai una parte dei cento scudi a chi si ingegnerà per far crescere le spighe di grano più in fretta e l’altra a chi saprà nutrire meglio le bestie. Ma a un patto: alla fine delle quattro stagioni una parte dei danari guadagnati dal lavoro di chi ha beneficiato dei tuoi soldi ti venga ridato”. Così facendo, accadde che chi ebbe le idee per far crescere il grano e nutrire le bestie lavoro sodo ottenendo ottimi risultati e guadagni, contento poi di condividerli in parte con chi lo aveva aiutato.
Martino non solo guadagnò più dei propri fratelli, ma fece del bene alla sua comunità!
La fiaba introduce al tema della circolazione del denaro e il pagamento delle tasse per il buon funzionamento della società: Martino infatti invoglia il popolo alla partecipazione e alla condivisione delle spese e riesce nell’intento. Coloro che hanno beneficiato dei suoi denari sono chiamati a restituirli, esplicitando così il legame tra prestito e restituzione del denaro (indebitamento).
In generale, è importante riconoscere la bravura di Martino nel pianificare le sue azioni, mettendo in atto una strategia efficace e mirata ad un obiettivo ben specifico.
La morale per i più piccoli quindi è: avere denaro non ci rende migliori o più forti degli altri se non lo utilizziamo per creare valore e ricchezza, anche per l’ambiente che ci circonda.