Economia Circolare
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Rinnovare, riciclare, reinventare. Un sistema economico basato sulla sostenibilità e l'ecologia
Cos'è un circolo virtuoso? È una relazione tra più fattori che produce risultati positivi per gli stessi fattori di partenza. Se un'azienda realizza un prodotto innovativo di successo aumenterà i ricavi, potendosi così permettere di finanziare nuove ricerche e restare all'avanguardia nel proprio settore. L'economia circolare si basa sullo stesso principio e mira a realizzare cicli produttivi sostenibili alimentati da fonti energetiche rinnovabili, riducendo al minimo lo spreco e trasformando i rifiuti in risorse. Il modello di produzione dominante prevede che un oggetto sia costruito, usato e gettato nel momento in cui sia superato da un prodotto migliore, si rompa o si sia consumato. È un modello lineare: prendere, usare, buttare. Questo sistema non è sostenibile dal punto di vista ambientale perché si basa sullo spreco. L'economia circolare vuole recuperare, riutilizzare, aggiustare ciò che viene consumato, riciclare i rifiuti e trasformarli in nuovi punti di partenza.
Scopriamo insieme le tre principali azioni che occorrerà mettere in atto a livello globale per la salvaguardia del pianeta e per il benessere di chi lo vive.
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Un'ecologia industriale vantaggiosa per l'ambiente
Il consumo di combustibili fossili e la produzione continua di scarti industriali aumentano il livello di inquinamento nel mondo. Da qui sorge la necessità di utilizzare fonti energetiche rinnovabili, dagli impianti eolici a quelli fotovoltaici; questo deve avvenire soprattutto nei paesi dove la disponibilità delle risorse energetiche primarie nel sottosuolo è molto e sempre più limitata, come in Italia. La domanda quindi è: perché rinunciare a un'energia pulita e in prospettiva più conveniente, che può inoltre creare possibilità di occupazione per personale qualificato?
Riduzione dei rifiuti e ciclo rigenerativo
Oltre all'inquinamento atmosferico, il nostro pianeta è minacciato dall'enorme quantità di rifiuti prodotti. Il caso più allarmante è l’Isola di plastica del Pacifico, una vasta area di accumulo di plastiche in mezzo all'oceano che ha raggiunto una superficie di 1,6 milioni di km2 (cinque volte l'Italia). Un problema molto sentito anche dai più piccoli, tanto che una delle due classi premiate a Brescello nell’ambito del Progetto Scuole GRANDE! ha realizzato un plastico con l’isola galleggiante del Pacifico.
La priorità oggi è diventata il ciclo dei materiali, prolungare "la vita" dei prodotti, aggiustare ciò che è riparabile, rinnovare le possibilità di sfruttamento di batterie e olii. Le materie prime sono ogni giorno sempre più scarse, ma molti rifiuti possono diventare fonti di materie prime secondarie, con un risultato positivo per l'ambiente e per l'economia, riducendo i costi di produzione.
Imprese più competitive per una crescita sostenibile
La globalizzazione dei mercati ha esasperato un modello lineare di produzione basato sull'obsolescenza programmata, ovvero il fatto che un prodotto sia progettato per durare solo un determinato periodo di tempo. L'Unione Europea ha preso una posizione ferma contro questo, chiedendo informazioni più trasparenti da parte dei produttori sul reale ciclo di vita dei prodotti, con la convinzione che il futuro del nostro continente sia nell'economia circolare. Le aziende devono quindi impegnarsi a valorizzare i prodotti di scarto e ricondizionare macchinari per costituire un ciclo rigenerativo che ottimizzi la produzione, diminuendo i costi e i consumi e, al tempo stesso, migliorando l'immagine aziendale.