La pubblicazione di aprile dello scenario di previsione del Fondo Monetario Internazionale - il World Economic Outlook (WEO)- rappresenta un’utile bussola per mappare la dinamica della ripresa della domanda che caratterizzerà i prossimi anni. Le decisioni in materia di internazionalizzazione non possono infatti prescindere dalle prospettive di crescita di un paese, al fine di individuare i mercati che presentano la migliore combinazione rischi/opportunità.
Il nuovo scenario macroeconomico ha rivisto al rialzo le prospettive di crescita globali stimando un rimbalzo del 6% nel 2021 (dal +5,5% del rapporto di gennaio e dal +5,2% di quello di ottobre), a fronte di una revisione della variazione del PIL mondiale registrata nel 2020, che passa dal -4,4% della pubblicazione dello scorso ottobre, al -3,3%. Risultano in miglioramento anche le previsioni per il 2022 (+4,4%), dal +4,2% nei rapporti di gennaio e ottobre. A trainare il miglioramento della proiezione globale sono soprattutto gli Stati Uniti, che salgono di 1,3 punti percentuali, con una crescita stimata del +6,4% nel 2021. Sono state riviste al rialzo anche le previsioni di crescita dell’economia italiana: per il 2021 l’IMF stima un aumento del PIL del +4,2% (+1,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio) ed un ulteriore +3,6% nel 2022.
La forte ripresa economica, sopra le attese, che ha caratterizzato gli ultimi mesi, la crescente diffusione e disponibilità dei vaccini e il continuo processo di adattamento dell’attività economica alle restrizioni imposte dall’epidemia sono fattori che, unitamente alle politiche economiche messe in campo dai governi, stanno sostenendo la crescita; tuttavia, l’elevato grado di incertezza e la forte eterogeneità della ripresa, in particolar modo per alcune economie emergenti, costituiscono ancora fattori di rischio.

Lo scorso aprile è stato rilasciato l’ultimo scenario di previsione del Fondo Monetario Internazionale, il World Economic Outlook (WEO), che ci permette di fare il punto sulle prospettive di recupero e crescita dell’economia mondiale.
Con questa pubblicazione sono state viste al rialzo le previsioni di crescita del PIL mondiale per il biennio 2021-2022, che passano rispettivamente da +5.2% a +6% per il 2021 e da +4,2% a +4,4% per il 2022, come mostrato nella figura seguente.

 

Inoltre, la revisione al rialzo anche del 2020 conferma il progressivo recupero dell’economia globale a seguito del Grande Lockdown, con risultati più alti del previsto per la maggioranza delle aree geografiche, negli ultimi mesi del 2020. Questo incremento delle aspettative a livello internazionale, è dovuto in particolar modo alla progressiva disponibilità dei vaccini, al graduale adattamento delle economie ai nuovi modelli di lavoro, in particolar modo dell’industria manifatturiera al “new normal”, e alla disponibilità di politiche fiscali espansive.

Mappa mondiale

Nonostante il miglioramento incluso nell’ultimo scenario di previsione, non tutti i paesi hanno avuto la stessa capacità di reazione alla crisi sanitaria ed economica, creando forti asimmetrie in termini di prospettive di ripresa

La maggioranza dei paesi dell’Asia orientale siano caratterizzati da una forte crescita, primo fra tutti la Cina, con un tasso di crescita sul 2019 di oltre il 10%, seguita a ruota da Taiwan (+8%). L’America Latina invece risulta il continente più penalizzato, sia per le complicazioni politico-economiche che sta attraversando negli ultimi anni, sia per la poca capacità di gestione della pandemia. I paesi più in difficoltà, oltre all’Argentina (-4,7%), sono l’Ecuador (-5.2%) e Perù (-3,6%). L’Europa (soprattutto occidentale) ha subito un duro colpo ed entro il 2021 non è previsto il recupero dei livelli di reddito pre-crisi. Fra i principali paesi europei, la Spagna registra un -5,3% sul 2019, Regno Unito e Italia -5,1%, mentre la Francia e la Germania si assestano rispettivamente a -2,9% e -1,5%. In controtendenza vi sono alcuni paesi dell’Europa orientale quali Polonia, Serbia, Romania e le repubbliche baltiche; per questi paesi ci si aspetta, infatti, un più veloce recupero. Infine l’America del Nord vede Messico e Canada ancora in difficoltà, ma è trascinata dagli Stati Uniti (+2,7%), i quali, con l’elezione di Joe Biden e la vittoria dei Democratici al Senato, hanno progettato un pacchetto di stimolo fiscale imponente, al fine di non perdere terreno rispetto alla principale rivale asiatica, ovvero la Cina.

 

La situazione italiana

Prima dello scoppio della pandemia, l’economia italiana si trovava già da tempo in una fase di stallo, con livelli del PIL ancora inferiori a quelli del 2008. Il Grande Lockdown ha colpito duramente il nostro paese, con un crollo del PIL che nel 2020 ha raggiunto il -8,8%, nonostante un progressivo recupero avvenuto nella seconda parte, fortemente trainato dall’industria manifatturiera.
Per l’anno in corso si stima un rimbalzo del +4,1%, valore ben al di sotto della media globale (+6%), anche considerando la forte crisi dell’anno passato. A conferma di questo rallentamento, i livelli di attività previsti del 2021, risultano inferiori del 5% rispetto a quelli del 2019.

 

Conclusioni

Lo scenario di aprile del Fondo Monetario Internazionale evidenzia un miglioramento delle aspettative di crescita, soprattutto per l’anno corrente. Queste aspettative positive, sono dovute prevalentemente alla crescente diffusione e disponibilità dei vaccini, ma anche alle risposte di policy senza precedenti che i governi stanno attuando per favorire una rapida ripresa, come, ad esempio, i 750 miliardi di euro stanziati dall’Unione Europea per il Recovery Fund.
Tuttavia il quadro risulta complesso anche per diverse economie emergenti e la forte incertezza a livello globale costituisce ancora un fattore di rischio, in particolar modo per i paesi, come l’Italia, che stanno faticando maggiormente ad allinearsi sul sentiero di crescita globale, guidato saldamente dalla Cina.