previsioni commercio biennio

Dopo un anno da dimenticare per l'economia mondiale, i risultati del primo trimestre 2021 certificano un ulteriore consolidamento del cammino di ripresa degli scambi internazionali. Tuttavia permangono delle sostanziali differenze in termini di intensità di recupero tra le diverse industrie, con la filiera tessile-moda e la componentistica per i mezzi di trasporto che continuano ad essere i settori più penalizzati nel primo trimestre 2021. Grazie alla disponibilità dei dati nell’ultimo aggiornamento dello scenario di previsione pubblicato nel Sistema Informativo ExportPlanning, è possibile mappare il quadro della ripresa post-pandemica della domanda mondiale nel corso di questo 2021 e del prossimo anno, in chiave settoriale. In termini generali, le previsioni suggeriscono un graduale ritorno ad una maggiore stabilità negli scambi internazionali.

A causa dello scoppio della pandemia, nel corso del primo semestre 2020 si è assistito ad un immediato collasso dello scenario economico internazionale, seguito da un accelerato cammino di ripresa nei due trimestri successivi. Questo ha permesso di concludere l’anno con una flessione limitata al -8.7% in valori (6% in quantità). Dopo una chiusura d’anno meno negativa di quanto inizialmente temuto, il commercio mondiale apre il 2021 con una crescita in valori in euro prossima al 0.2% rispetto al corrispondente periodo del 2019 (del 2% in termini di quantità).

Tuttavia occorre specificare che già nel 2019 il commercio mondiale stava sperimentando un periodo di profonda incertezza, causato dalla crisi del multilateralismo nelle relazioni economiche e dall’incremento delle politiche protezionistiche.
Se da una parte il commercio mondiale sta dando prova della sua resilienza, dall’altra permangono delle sostanziali asimmetrie nel cammino di ripresa dei diversi settori. Il rimodellamento che la crisi sanitaria ha imposto sulle abitudini e sui consumi delle persone, ha lasciato delle profonde ferite su alcune filiere, evidenziandone la loro vulnerabilità.

In questo contesto ancora profondamente incerto, può essere utile confrontare la previsione ExportPlanning sulle dinamiche di commercio estero nel 2021 con il 2019, al fine sia di osservare quali industrie chiuderanno più velocemente il gap con i livelli pre-crisi, sia di verificare se il rimodellamento imposto dalla pandemia possa considerarsi strutturale o meno.

 

Quali industrie chiuderanno più velocemente il gap con il livelli del 2019?

Al fine di identificare i settori che sono previsti recuperare più velocemente i livelli di domanda pre-pandemici, nel grafico in figura 1 è riportata la stima del tasso di variazione tra il 2019 e il 2021.

 

Come si osserva dal grafico, le flessioni più significative continueranno a presentarsi nella filiera moda-tessile (Sistema Moda e Tessili intermedi), che è prevista chiudere il 2021 con una flessione in euro a tassi superiori al 10% rispetto al 2019.

Al contrario, il trend positivo che sta coinvolgendo il Sistema Salute e l’ Agroalimentare si stima che ci accompagnerà fino alla fine del 2021 con tassi di crescita compresi tra il 12% e il 20% rispetto ai livelli pre-pandemici, segnalando la prosecuzione di alcuni comportamenti di consumo, già emersi nei mesi precedenti.
Fortemente eterogeneo è il quadro dei beni di investimento: se da una parte si segnala una crescita sostenuta dell’attrezzatura ITC e dei Macchinari industriali rispetto ai valori pre-crisi, dall’altra permangono in territorio negativo i Mezzi di trasporto ( che, insieme alla componentistica compone la filiera automotive) e l’Impiantistica industriale , le cui flessioni sono stimate essere contenute ad una sola cifra.
Seppur in maniera meno intensa, anche per le Attrezzature industriali è prevista una performance di crescita nel 2021, con una variazione prossima al 5% rispetto al 2019.

Complessivamente, per il 2021 si stima una tendenza alla ripresa degli investimenti da parte delle imprese, con una maggiore attenzione all’innovazione tecnologiche che potrebbe fare da volano al totale recupero del commercio internazionale.
Analizzando un orizzonte temporale più lungo, si possono fare ulteriori considerazioni in merito all’evoluzione post-pandemica delle filiere maggiormente penalizzate (ovvero, automobile e tessile-moda).

 

Previsioni sulla filiera automotive e tessile-moda

Il grafico in figura 2 riporta l’evoluzione della domanda mondiale per le industrie che compongono le filiere moda-tessile e automotive confrontando il loro andamento con il totale del settore manifatturiero e riportando a 100 il valore delle esportazioni nell’anno 2019.

 

Nel corso di questo e del prossimo anno ci si attende un rafforzamento del trend positivo registrato negli ultimi trimestri, con l’industria manifatturiera che riuscirà a sovraperformare i risultati del 2019 già a partire dal 2021 (+3,6% nel 2021 e +11% nel 2022 rispetto al 2019). Tra i settori maggiormente penalizzati dalla crisi sanitaria (Automobile e Sistema Moda) si prevede un recuperò più veloce per il settore dei Mezzi di trasporto , che potrebbe trovare nel boom delle auto elettriche la chiave della sua ripartenza. Come si osserva dalla figura 2, infatti, si stima che il settore tornerà completamente ai livelli pre-pandemici a partire dal 2022, configurando una prospettive di recupero lento (CAGR 2022-2019 pari a +0.1%), ma più celere di quello del Sistema moda. Al contrario, una maggiore incertezza grava sulle previsioni della domanda mondiale della componentistica e della filiera tessile-moda, il cui recupero si prospetta decisamente più lento con dei flussi delle esportazioni in ripresa, ma ancora inferiori alla soglia del 2019.