A seguito dell’entrata nell’Unione Europea nel 2004, coadiuvata dai fondi ricevuti dalla UE, la Polonia è velocemente diventata il paese più sviluppato e più attrattivo dell’Europa dell’est. Tra il 2004 e il 2019, il livello del PIL è più che raddoppiato, mantenendosi su livelli di crescita sempre superiori alla media UE, le importazioni del Paese sono passate da 71 a 236 miliardi di euro nel 2019 e le esportazioni sono più che triplicate (da 60 a oltre 230 miliardi euro). La Polonia è infatti uno dei paesi che nell’ultimo decennio è maggiormente cresciuto in termini di commercio mondiale su scala internazionale. Queste considerazioni la rendono un mercato particolarmente attrattivo per gli operatori internazionali, soprattutto per l’Italia, che già nel periodo pre-pandemico deteneva oltre il 5% delle importazioni polacche, alle spalle solamente di Germania (di gran lunga il partner commerciale principale), Cina e Russia. Il progressivo potenziamento dell’industria manifatturiera rende i segmenti business-to-business particolarmente rilevanti per le esportazioni italiane verso la Polonia, costituite principalmente da materie prime industriali (in particolare acciaio, materie plastiche e alluminio), mezzi di trasporto e componentistica automotive.

Nell’ultimo ventennio un paese la cui importanza è notevolmente cresciuta sulla scena economica europea è sicuramente la Polonia. Dall’entrata nell’Unione, avvenuta nel 2004, la Polonia ha saputo sfruttare al meglio gli ingenti fondi stanziati dall’UE nel corso degli anni, mirati a migliorare le condizioni economico-sociali dei paesi membri meno sviluppati. Anno dopo anno l’economia polacca è infatti cresciuta a ritmi sostenuti, come documenta il grafico seguente.


Sin dall'entrata nell'Unione Europea, la crescita del PIL polacco si è mantenuta su tassi molto elevati, con una media di periodo superiore alle principali economie europee sviluppate, come Francia, Germania e la stessa Italia. Il Paese è stato, inoltre, uno tra i meno colpiti in Europa dagli effetti recessivi della crisi pandemica, a fronte di una contrazione del PIL del 2,7%, la prima in oltre 20 anni.
Sulla base delle ultime stime di crescita elaborate dal Fondo Monetario Internazionale, anche le prospettive economiche dei prossimi anni rimangono particolarmente favorevoli per il Paese. Per quel che concerne l’entità della ripresa è opportuno confrontare i valori del 2021 con quelli del 2019, al fine di avere un paragone diretto con il periodo pre-crisi. La Polonia è uno dei pochissimi paesi europei che si prevede possa recuperare i livelli pre-crisi a partire dal 2021, facendo registrare un +0,6%. Ad eccezione di alcuni paesi dell’Est Europa, tutti gli altri registrano valori negativi, in particolare Italia e Spagna che si posizionano agli ultimi due posti, attestandosi entrambe su un -5%.

L'industria polacca: indicatori di commercio mondiale

Un indicatore indiretto del veloce recupero economico polacco è costituito dalla performance delle importazioni per cluster di industria. Il grafico che segue mostra la dinamica trimestrale delle importazioni polacche per macrosettore, prendendo come periodo base il primo trimestre 2019 al fine di valutare l'entità della ripresa.

Pur a fronte di un’ampia caduta, le importazioni di tutti i beni destinati all’industria (materie prime e intermedi) segnano una crescita rispetto ai livelli pre-crisi sin dai primi mesi del 2021. In netto recupero anche le importazioni dei principali beni di investimento, segnale di una progressiva ripartenza delle decisioni di investimento da parte delle imprese.
Risulta tuttavia importante sottolineare come siano stati i beni di consumo la categoria più resiliente, sostenuti dalle nuove abitudini di consumo. Spiccano infatti gli incrementi di sistema casa (su tutti mobili, elementi d’arredo ed elettrodomestici), di pet food e, ovviamente, di farmaci e prodotti per la salute. Il risultato, se da un lato evidenzia come la crescita dei salari reali abbia portato a una robusta crescita dei consumi e alla creazione di una classe media, dall'altro evidenzia anche la crescente integrazione della Polonia nelle filiere regionali del valore anche nei segmenti business-to-consumer; ruolo che potrebbe ulteriormente consolidarsi in un futuro di ulteriore spinta verso la regionalizzazione delle supply-chain.

Analizzando la dinamica delle esportazioni polacche nell'ultima decade, indicatore indiretto della specializzazione produttiva del paese, risulta infatti evidente la sempre maggiore rilevanza del Paese nelle filiere produttive europee.
Il grafico sottostante mostra il tasso di crescita medio annuo (CAGR) negli ultimi 10 anni dei principali settori di esportazione della Polonia. I settori sono ordinati in base al livello di export raggiunto nel 2019, dall’alto verso il basso in ordine decrescente.

Sicuramente, la componentistica auto è il principale settore di export della Polonia, che annovera parti e accessori non elettrici, così come carrozzerie, motori e telai per autoveicoli. Quest'ultimo ha mantenuto un tasso di crescita molto elevato negli ultimi 10 anni (9.5%), al contrario delle esportazioni di mezzi di trasporto finiti, che nel periodo considerato sono rimasti sostanzialmente stabili. Il risultato segnala la sempre maggiore integrazione dell’industria polacca nelle catene del valore europee e internazionali dell'automotive.
Una seconda macro-area rilevante è quella del sistema casa, che comprende mobili e arredo, elettronica per la case e elettronica di consumo. Il rapido sviluppo di questo ramo è in parte dovuto all’intensa delocalizzazione da parte di molte imprese europee, fra le quali vi sono anche diverse imprese italiane che hanno dato avvio a intense ristrutturazioni della produzione a seguito della crisi del 2008-2009.
Particolarmente interessante, inoltre, è il settore dei computer e unità periferiche, letteralmente esploso nell’ultimo decennio fino a diventare il quarto per importanza, sfiorando i 9,5 miliardi di euro di esportazioni nel 2019. Anche in questo caso sono presenti delocalizzazioni sul territorio, tuttavia la Polonia si sta sempre più specializzando in questo compartimento e di pari passo lo sviluppo locale ha conosciuto un sensibile aumento.
Infine, è da segnalare la crescita dell'industria delle carni (fresche e confezionate), con una crescita superiore al 10%.

Dinamica congiunturale delle esportazioni italiane verso la Polonia

La crescita e la celere ripresa dell’industria manifatturiera polacca rendono i segmenti business-to-business particolarmente rilevanti per le esportazioni italiane verso il Paese. Il Belpaese, infatti, nel periodo pre-pandemico deteneva oltre il 5% delle importazioni polacche, alle spalle solamente di Germania (di gran lunga il partner commerciale principale), Cina e Russia.
Nell'attuale congiuntura, oltre alla crescita nominale che ha caratterizzato le materie prime, poiché attualmente oggetto di forti rincari, sono soprattutto le esportazioni italiane di beni di investimento ad aver segnato l'aumento più marcato (Fig. 4).


 

Fra essi troviamo principalmente le macchine agricole, attrezzature ICT e, in particolare, macchine utensili per materiali duriper la lavorazione dei metalli e macchine per il packaging.

La performance del Belpaese conferma, da un lato, la forte vocazione siderugica dell’industria polacca, in particolare della filiera di lavorazione e trasformazione dei metalli, per via del ruolo ricoperto lungo la filiera automotive, e dall'altra mostra gli spazi di opportunità che si aprono anche per altri segmenti del made in Italy.

La panoramica fornita sulla Polonia evidenzia un paese in forte crescita, che negli ultimi anni ha saputo migliorarsi fino a raggiungere il confine che la porterà presto ad essere classificata a tutti gli effetti come un paese sviluppato. Ciò ha reso la Polonia il paese più attrattivo dell’Europa dell’Est e un punto focale all’interno del mercato del Vecchio Continente. La conoscenza dei comparti di specializzazione è fondamentale per intercettarne le future opportunità e, specialmente per l’Italia, è un occasione importante per consolidare la propria partnership col paese polacco, al fine di sfruttarne la recente espansione economica a proprio vantaggio.