Nel I semestre 2021, la forte ripresa economica già generalmente avviata nei mesi finali del 2020 ha proceduto verso un consolidamento. Il progressivo aumento nella disponibilità dei vaccini e la relativa estensione delle campagne vaccinali, che hanno aperto la strada verso la normalizzazione post-pandemica, hanno contributo in maniera significativa al recente boom del commercio mondiale. Nonostante la ripresa dell’export UE mostri ancora un leggero ritardo rispetto a quanto emerge a livello globale, nel II trimestre 2021 le esportazioni europee hanno proseguito sul loro sentiero di crescita: l’export dell’Unione ha superato infatti la quota record di €1300 miliardi e registrato una variazione tendenziale del 35% rispetto al II trimestre 2020 (periodo del Great Lockdown) e un ancora più significativo incremento del 4.7% rispetto al II trimestre 2019 (anno immediatamente precedente alla crisi pandemica).
Il confronto dei recenti flussi commerciali europei con i relativi valori del 2019 segnala inoltre come la maggior parte dei paesi dell’Est Europa abbia mostrato ritmi di crescita sostenuti nel I semestre del 2021, con tassi di variazione spesso superiori al 10%. Spiccano soprattutto alcuni paesi balcanici, quali Slovenia, Croazia, Bulgaria e Grecia, le Repubbliche baltiche e la Polonia. I paesi occidentali fanno invece registrare tassi di variazione positivi ma molto più contenuti, che spaziano dall’1% al 5%. L’export italiano ha mostrato un incremento del 4.6% nel I semestre 2021, posizionandosi ai primi posti fra i paesi dell’area occidentale dell’Unione, sorpassando abbondantemente la Germania (+0.6%) e soprattutto la Francia (-7%).

Nei mesi primaverili dello scorso anno, coincidenti con la crisi pandemica, il Great Lockdown ha messo in ginocchio l’intera economia globale. L’Unione Europea è stata la prima area geografica occidentale ad essere colpita dal virus, registrando a livello di commercio estero tassi di variazione tendenziali negativi già dal primo trimestre 2020. Tale caduta è culminata nel crollo del secondo trimestre, durante il quale l’export UE sperimenta una contrazione drammatica del 23%. A tale caduta fa, tuttavia, seguito un’immediata reazione: l’export europeo rimbalza rispetto al duro colpo subìto dall’epidemia di Sars-Cov-2, tornando per la fine dell’anno in prossimità dei livelli di fine 2019 (-1%).

Come mostrato nel grafico (fig. 1), il primo semestre 2021 è emerso come fase di crescita intensa per i flussi commerciali dell’Unione; in particolare, nel secondo trimestre il tasso di variazione tendenziale dell’export UE ha superato il 35%, con una crescita più intensa degli scambi commerciali interni all’Unione. L’export Extra-UE, invece, ha riscontrato maggiori difficoltà, causate soprattutto dalle norme anti-Covid tuttora vigenti nei vari paesi del mondo.
Il tasso di variazione tendenziale dei flussi commerciali dell’anno in corso, calcolato rispetto al 2020, risulta tuttavia distorto, poiché paragonato ad un periodo di forte depressione degli scambi globali; di conseguenza, per avere una visione più chiara del progresso in atto, è più utile confrontare i dati del 2021 con quelli del 2019. Tale confronto segnala che, nel primo semestre 2021, l’export totale UE è cresciuto del 3% rispetto allo stesso periodo del 2019; nello specifico, emerge un incremento dell’1% nel primo trimestre, che giunge in prossimità del 5% nel secondo. Questi risultati testimoniano quindi che la fase di sviluppo che sta caratterizzando l’Unione non è soltanto apparente: i dati sulle esportazioni UE mostrano infatti come i livelli pre-pandemici di inizio 2019 siano già stati superati e si stima che l’andamento al rialzo possa proseguire nei prossimi mesi.

Analisi per paese

Spostando l’attenzione ai singoli Stati membri, emerge come l’incremento delle esportazioni europee nel primo semestre di quest’anno non sia avvenuto in maniera omogenea.

In prima battuta, salta subito all’occhio come la recente crescita delle dinamiche di commercio estero dell’Unione riguardi la maggior parte degli Stati membri, che si posizionano infatti sopra la bisettrice con tassi di variazione tendenziali ampiamente positivi per il I semestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Spicca l’eccezione della Francia che, con una variazione annua del -16% nel 2020 e un ulteriore crollo del 7% nel I semestre 2021 rispetto al I semestre 2019, si rivela invece uno dei paesi maggiormente in difficoltà nel riportare il suo commercio estero ai livelli pre-pandemici.
Al contrario l’Italia, malgrado il significativo colpo dell’epidemia durante lo scorso anno, emerge come uno dei paesi dell’Europa occidentale che sta performando al meglio nel I semestre dell’anno in corso (+4.7%), superando tutti i principali concorrenti. Si fa riferimento, ad esempio, al caso della Germania, principale esportatore europeo (1300 miliardi di euro nel 2019), il cui recupero si limita al momento allo 0.6% nel I semestre 2021, rispetto allo stesso periodo del 2019.

Da segnalare, inoltre, la netta differenza che emerge tra Europa occidentale e centro-orientale, i due cluster geografici evidenziati nel grafico. La quasi totalità dei paesi presenti nella parte in altro a destra del grafico (quella che identifica i paesi che hanno avuto sia una resilienza maggiore nella crisi nel 2020, che una buona performance nei primi 6 mesi del 2021), appartiene infatti all’Europa centro-orientale; fra essi spiccano le Repubbliche baltiche di Estonia e Lettonia (+15%), la Croazia (+18%) e la Polonia (+16.6%). Nello specifico della Polonia, va evidenziato come il paese negli ultimi anni abbia incrementato enormemente le esportazioni e più in generale il suo commercio con l’estero, tanto che a breve si pensa possa cambiare la propria etichetta di paese emergente con quella di paese sviluppato.

Analisi per settore

Come da aspettative, i principali settori che hanno guidato le esportazioni UE negli ultimi due anni di crisi economico-sanitaria sono i prodotti finiti per la casa, insieme ai prodotti e strumenti per la salute. I primi hanno registrato un forte rialzo fin dal periodo di limitazione degli spostamenti, nel quale la maggioranza della popolazione ha mutato le proprie preferenze di consumo, che si sono spostate dal settore moda e cura personale al settore casa. I secondi sono andati invece di pari passo con l’emergenza sanitaria e comprendono farmaci, prodotti necessari ad arginare la diffusione del virus quali mascherine e gel disinfettante, nonché presidi ospedalieri fondamentali per la cura delle persone.

 

Conclusioni

L’analisi delle recenti esportazioni europee evidenzia uno scenario di ripresa economica generalizzata. La maggior parte degli Stati membri mostra tassi di crescita positivi, anche confrontati con il periodo antecedente alla pandemia; fra questi primeggiano i paesi dell’Europa centro-orientale. Anche l’Italia ha saputo reagire bene al crollo del 2020 ed è uno dei paesi occidentali che sta guidando il rilancio dell’economia europea.
Nel secondo semestre 2021 si prevede che la ripresa si intensifichi ulteriormente, riportando l’Unione Europea a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per il commercio mondiale.