All’interno del settore agroalimentare, uno dei comparti che ha visto recentemente aumentare la sua rilevanza in termini di export è quello dei dolci. Nello scorso decennio, il commercio internazionale di dolci ha mostrato una crescita continua, passando da 39 a 64 miliardi di euro, con un tasso di crescita medio annuo del 5.5%. Mentre gli Stati Uniti si affermano come principale mercato di destinazione, il ranking dei principali esportatori mondiali è dominato dai paesi europei: la Germania si colloca al primo posto, detenendo una quota di commercio pari al 14%, seguita dal Belgio. È sicuramente degno di nota il posizionamento dell’Italia, che nel 2020 è salita dalla quarta alla terza posizione, per un valore complessivo di export pari a circa 4 miliardi di euro. Tra le esportazioni italiane di dolci, sono i gelati ed i biscotti a segnare il maggior incremento di vendite nel 2020, con una crescita rispettivamente del 10% e 5% sull’anno precedente. Ad apprezzare particolarmente i dolci made in Italy, oltre ai vicini paesi UE (Francia e Germania su tutti), c’è l’Arabia Saudita. Alla luce di un valore delle importazioni più che raddoppiato nell’arco degli ultimi dieci anni, il Paese del Golfo si presenta come un mercato ad alta potenzialità per i prodotti italiani.

Nell’anno della pandemia, l’agroalimentare si è distinto come comparto particolarmente resiliente, perdendo “solamente” l’1% in euro, in termini di export, rispetto ai valori del 2019.
Tale risultato va certamente letto alla luce delle profonde modifiche intervenute nelle abitudini di consumo degli acquirenti finali, spinti a prediligere quelle tipologie di consumo che più si adattano all’ambito domestico, a partire proprio dal cibo. In particolar modo, l’industria dolciaria sta assumendo crescente rilevanza negli ultimi anni. I dati di commercio estero costituiscono una misura importante per interpretare le dinamiche che interessano direttamente questo settore.

 

A una prima analisi, si evince che il commercio internazionale di dolci e cioccolato ha sperimentato una crescita costante negli ultimi anni, passando dai 39 miliardi di euro del 2011 ai 64 miliardi di euro dello scorso anno, con un tasso di crescita medio annuo (CAGR) del 5.5%.
Per restituire un quadro complessivo, è importante considerare l’andamento delle esportazioni della macro-categoria di riferimento, cioè quella dei beni alimentari confezionati, fissando a 100 il valore delle esportazioni del 2011. Dal grafico sopra riportato, possiamo osservare che l’export di dolci e cioccolata ha riscontrato un successo significativo durante l’ultimo decennio, sovraperformando la categoria di appartenenza dei beni alimentari confezionati. Tuttavia, nel 2020, la domanda per questa tipologia di prodotti da parte dei consumatori ha subìto per la prima volta una battuta d’arresto, registrando una flessione su base tendenziale del -3%. Contribuiscono alla performance negativa le esportazioni di biscotti, cioccolata, e di caramelle, che diminuiscono rispettivamente del -2%-4% e -8% rispetto al 2019.

 

La performance dell'export italiano

Per il comparto, a guadagnarsi il titolo di maggiori esportatori sono i paesi dell’area europea, che occupano interamente le prime posizioni della classifica. Il principale paese esportatore è la Germania (9.3 miliardi di euro), a cui seguono Belgio (4.6 miliardi di euro), Italia (4.4 miliardi di euro), Olanda (4.2 miliardi di euro) e Polonia (4 miliardi di euro).

L’elevato posizionamento dell’Italia nella classifica degli esportatori rispecchia certamente la disponibilità dei consumatori internazionali a premiare la qualità dei prodotti del settore dolciario italiano. Osservando la performance dei maggiori esportatori nel 2020, è importante evidenziare, da una parte, il decremento tendenziale dell’export di Germania (-1%), Belgio (-2%) e Olanda (-7%) e , dall’altra, l’incremento relativo all’Italia, con le vendite che continuano a viaggiare in territorio positivo. Insieme alla Polonia, l’Italia è infatti il paese le cui esportazioni sono cresciute durante il 2020 (+0.8%), collocandosi lungo un trend positivo già in atto da diversi anni. Mettendo a confronto la dinamica dell’export mondiale con quella italiana, si nota che quest’ultima non sembra risentire dello shock pandemico, a fronte di un calo generale delle esportazioni che ha invece interessato in media tutti gli altri paesi.

 

 

Per comprendere meglio le attuali potenzialità del settore, è opportuno concentrarsi sull’andamento delle esportazioni per prodotto. Raggruppando l’export per tipologia di prodotto, scopriamo che a trainare le vendite ci sono soprattutto la cioccolata e le merendine, costituendo insieme circa il 60 percento delle esportazioni del Belpaese nel 2020. Anche la categoria dei biscotti incide in modo considerevole sull’andamento delle vendite all’estero, con un valore di 757 milioni di euro relativo allo scorso anno.
Dal grafico di seguito, che riporta le variazioni dell’export italiano nel 2020 rispetto all’anno precedente, si evince tuttavia come la performance sui mercati esteri registrata dai beni dell’industria dolciaria italiana si è caratterizzata per una forte eterogeneità. Mentre il comparto dei biscotti ha segnalato una crescita significativa (+4.7%), grazie al contributo positivo di tutti i principali mercati di sbocco (in particolar modo Germania e Stati Uniti), l’export di merendine ha registrato un aumento leggermente più contenuto (+2.6%). È importante notare che tale prodotto riscontra un notevole successo già da alcuni anni: gli acquisti di merendine italiane da parte dei consumatori stranieri sono passati da 916 milioni di euro nel 2016 a 1.5 miliardi di euro nel 2020. A distinguersi in positivo sono i gelati, che registrano un poderoso incremento nell’anno della pandemia (+10%), sostenuti ancora una volta dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. Col segno negativo invece la cioccolata, a fronte di una variazione tendenziale assestata intorno al -1.8%. Infine, le caramelle e gli altri prodotti dolciari sembrano aver patito maggiormente gli effetti della pandemia, registrando le variazioni negative più profonde, pari rispettivamente a -3% e -10% sui livelli del 2019. In particolare, i consumi mondiali di questi beni sembrerebbero aver risentito maggiormente delle restrizioni imposte in molti paesi ai canali Horeca.

Nonostante l’emergenza provocata dalla pandemia, il successo della filiera italiana di dolci sui mercati internazionali non sembra ridimensionarsi. Tra i principali partner commerciali, particolarmente interessante è il caso dell’Arabia Saudita: le esportazioni di cioccolata verso il Paese del Golfo sono aumentate notevolmente negli ultimi anni, passando da 11 milioni di euro del 2011 ai circa 47 milioni del 2020. Anche la domanda saudita di biscotti italiani è cresciuta notevolmente, toccando quota 65 milioni di euro lo scorso anno.
In conclusione, l'analisi condotta conferma, da una parte, la crescente richiesta di dolci made in Italy su mercati tradizionalmente considerati “vicini”, come Germania e Stati Uniti, dall’altra, l’attenzione che i consumatori di mercati anche più culturalmente “distanti” rivolgono sempre di più al comparto dolciario italiano e all’alta qualità.