Un'occasione di innovazione per la sanità digitale Italiana

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è nato per contrastare gli effetti della pandemia e non poteva non dedicare un capitolo importante alla sanità. Il Pnrr riserva alla salute la Missione 6: una voce da circa 16 miliardi all’interno del piano. Queste misure rappresentano anche un’occasione di innovazione soprattutto per quanto riguarda la sanità digitale in Italia. Parliamo di un settore che presenta grandi opportunità, ma che spesso non è stato sfruttato abbastanza.

 

Il primo investimento dedicato alla digitalizzazione del sistema sanitario è quello che riguarderà il rafforzamento del sistema di raccolta e analisi dei dati necessari alla governance del Servizio sanitario nazionale. Possiamo fare alcuni esempi di investimenti previsti: il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e applicativa del Ministero della Salute, l’ampliamento e l’integrazione dei diversi flussi informativi disponibili  oppure l’adozione di strumenti di analisi avanzata per analizzare e valorizzare i dati anche attraverso lo sviluppo di modelli predittivi.

In questo ambito arriveranno, tra gli altri, 90 milioni di euro per il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e di data analysis del Ministero della Salute, oltre a 100 milioni di euro per la reingegnerizzazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario a livello locale,80 milioni di euro per la realizzazione del National Health Prevention Hub e costruzione di un Modello di simulazione predittivo.

Ci saranno investimenti anche per il fascicolo sanitario elettronico, uno dei principali veicoli con il quale si prova a innovare la sanità con 1 miliardo e 300 milioni di investimenti. Nasce per facilitare il lavoro degli operatori sanitari fornendo loro un’unica fonte di informazioni cliniche che dettagliano l'intera storia medica di un paziente. Ma serve anche ai pazienti perché è un punto di accesso unico ai servizi fondamentali. Parliamo di progetti spesso già in essere che spesso, però, devono essere implementati: 500 milioni sull’investimento totale andranno a progetti già partiti.

In questo ambito l’obiettivo degli investimenti è quello di acquisire supporto organizzativo, manageriale, strategico e la formazione a livello regionale e locale per la creazione di un ambiente di dati omogeneo, coerente e portabile in tutto il territorio nazionale. Ma ci saranno risorse anche per realizzare un repository centrale interoperabile.

In cantiere c’è anche un progetto pilota dedicato all’intelligenza artificiale. La voce principale (103 milioni di euro) è dedicata alla realizzazione di almeno 600 Cot (centri operativi territoriali), cioè strutture che svolgono una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti al fine di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria.

Un capitolo importante è anche quello dedicato alla telemedicina. L’obiettivo è creare una Piattaforma Nazionale per i servizi di Telemedicina e finanziare progetti che consentano interazioni medico-paziente a distanza e le iniziative di ricerca ad hoc sulle tecnologie digitali in materia di sanità e assistenza. L’obiettivo è focalizzato sull’erogazione di prestazioni e servizi di telemedicina e si affianca a quelli previsti dall’investimento relativo alla Piattaforma Nazionale di Telemedicina, relativa alla divulgazione della cultura in merito alla stessa e all’incontro tra domanda e offerta, afferente alla Componente 2 della Missione. Ogni regione, comunque, dovrà sviluppare almeno un progetto sulla telemedicina come strumento di supporto nella gestione dei pazienti e almeno 200.000 pazienti assistiti in telemedicina entro la fine del 2025.